Torna a Balde Home Page VARIE - OPERA - RICORDO DEL TENORE MAURIZIO FRUSONI
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...E NON HO AMATO MAI TANTO LA VITA

Chi, come noi, ha avuto la fortuna non solo di ascoltare, ma anche di conoscere il Maestro Maurizio Frusoni, ha sofferto la perdita di un amico, oltre che di un grande artista.

Gli appassionati di musica lirica che seguono l’attività di Speziaviva hanno ancora ben presente il ricordo dei due concerti dei quali il Tenore fu protagonista, nel novembre e nel dicembre 1999 (in quest’ultima occasione insieme agli illustri colleghi Vincenzo Bello ed Aldo Bertolo), al Teatro Impavidi di Sarzana.

Lo slancio, lo stile, la generosità con cui interpretò per noi i vari “Vesti la giubba”, “E lucevan le stelle”, “Nessun dorma”, “Un dì all’azzurro spazio” infiammando la platea, erano gli stessi che lo avevano reso famoso in tutti i più grandi teatri del mondo, e che lo hanno fatto amare ed apprezzare dal pubblico e dalla critica. Nella sua carriera, intrapresa dopo aver conseguito la laurea in fisica, aveva sostenuto la parte di protagonista in ben 85 opere, l’ultima delle quali, “I Compagnacci” di Riccitelli, presentata con successo a Teramo nel novembre 1999, assieme ad uno dei suoi grandi cavalli di battaglia, la “Cavalleria Rusticana”.

Ci piace pensare che i cantanti ed i musicisti che non ci sono più, così come i grandi compositori del passato, siano in qualche modo ancora presenti in tutti i teatri che li hanno visti protagonisti, in quei luoghi che per secoli si sono nutriti di questa sublime arte assorbendo nei muri, nei palchi, negli arredi quelle emozioni che quasi possiamo respirare anche solo entrando in un teatro vuoto. Maurizio Frusoni adesso abita lì, ma poteva e voleva darci ancora tanto; a 58 anni aveva conservato una splendida voce che, unita ad una formidabile esperienza, gli consentiva successi e progetti per il futuro: forse se ne è andato proprio sul più bello. La sua classe, ma anche la sua professionalità, la sua eleganza, la sua disponibilità ci mancheranno molto, e quando riascolteremo l’ultima frase di “E lucevan le stelle”, per una volta non penseremo a Mario Cavaradossi…